Sono in piedi da 40 minuti e ancora non sono sveglio.
Mi aggiro per casa già da un pò, facendo finta di dover scegliere questa o quella felpa, in realtà tra poco mi trascinerò la porta d'entrata dietro le spalle e non avrò idea di cosa avrò addosso.
Un sorso d'acqua e mi chiudo nel bagno. L'acqua del rubinetto è gelida e la faccia mi si paralizza per qualche secondo. La tazza del water non è esattamente pulita, ma non ho voglia di fare lo schizzinoso.
Ci metto poco a prepararmi, dopodichè corro fuori.
Nell'esatto momento in cui mi ritrovo all'esterno, la compana della chiesa che qualche stronzo aveva costruito proprio davanti a casa mia inizia a suonare le 12:45. L'ora con più rintocchi. Impreco varie volte ma riesco comunque a raggiungere la fermata dell'autobus in fondo alla stada.
Dal primo secondo che passo a bordo del bus mi concentro inspiegabilmente sulle palpebre dei miei compagni di viaggio. Ho ritenuto fantastico che riuscissero a battere le ciglia così velocemente senza neanche farci caso. Ho anche ritenuto che io non sarei mai riuscito a farlo bene come la quindicenne bionda che stava qualche posto più indietro di me.
Faccio comunque del mio meglio...
Arriva la mia fermata e scendo portandomi dietro i miei 90 chili di testa.
L'autobus mi ha lasciato esattamente davanti alle due porte automatiche del mio market preferito. Era bello perchè era piccolo. e spesso anche vuoto. potevo comprare le mie due cose e uscirmene ancora vivo in pochi minuti.
Vado dritto al banco frigo e ritiro due uova già fredde e una bottiglia d'acqua per mandarle giu.
Come previsto in 10 minuti sono di nuovo fuori, con la mia busta di plastica. durante il tragitto di ritorno non noto niente di particolare, posso solo starmene buono a guardare la gente di fuori lottare per il loro pezzo di marciapiede e aspettare che la corsa finisca.
Non ho ne tempo ne voglia di cuocermi le uova, la bottiglia sul tavolo sta aspettando che le dia retta. le manderò giù così come sono, tanto è uguale.
ci sono delle cose che hanno una certa priorità e delle cose che non cel'hanno. il cellulare e la bottiglia in questo momento meritano la massima attenzione.
Mi conviene sedermi vicino alla finestra socchiusa della cucina, l'aria non può farmi che bene. mi sistemo il cellulare ben carico vicino al bicchiere sul tavolo, così faccio presto a rispondere.
Mi era sempre stato antipatico, il cellulare intendo, ma da un pò di tempo gli faccio la corte. cerco di convincerlo che in fin dei conti gli voglio bene, purchè mi dia quello che aspetto. un pò come feci con quella mia compagna odiosa delle medie, che in terza diventò inspiegabilmente bella. Cerco di corteggiarlo ma fingendo di non dargli troppa attenzione, non vorrei che si montasse la testa e decidesse di mettemi alla prova facendomi aspettare.
Quando verso l'ultimo bicchiede dell'ultima bottiglia faccio due conti in fretta. semplicemente non si era mai acceso. il piccolo display era rimasto buio. aveva fatto sembrare buio anche il mio ultimo bicchiere, prepotente come non mai.
Mentre tiro via il tappo dalla seconda bottiglia vedo un vecchietto di fuori affannarsi per cercare una sistemazione comoda su una panchina su cui non c'era seduto nessun'altro.
Sorrido un attimo, mi chiedo cosa cerchi di ottenere continuando a spostare quel suo culone avanti e indietro. Finalmente trova pace, ed io smetto di ridere perchè quello che fa (o meglio che NON fa) mi irrita non poco. non tira fuori il cellulare. non controlla il suo piccolo display neanche per un attimo. zero.
divento del colore del mio vino ed inizio a sudare. sono decisamente più capace di lui a trovare una sistemazione su una panchina, ma lui non aspetta nessuna risposta. per lo meno non da un cellulare.
Lo mando a quel paese e decido di spostarmi da quella sedia.
Erano passate quasi 5 ore da quando mi ero seduto. avevo bisogno di coricarmi.
Prendo in una mano la bottiglia semivuota e nell'altra bicchiere e telefono.
Accendo la candela sul comodino e mi spoglio per infilarmi sotto le lenzuola.
Inizio a pensare. stare sdraiato di sera, quando è ancora presto, mi fa venire voglia di pensare.
Penso che sono stato una giornata intera affacciato alla finestra guardando il cielo scurirsi, bevendo vino e aspettando un segno di vita da un telefono.
Penso al vecchio, al mio unico amico.
Penso che domani dovrei fare qualcosa di diverso, penso che dovrei smettere di fare la corte a quel coso.
A proposito, devo caricarlo o domani non si accenderà.
Penso che riconoscere di essere dei vigliacchi ti possa semplificare la vita.
Mentre mi si chiudono gli occhi penso alla quindicenne dell'autobus, così brava con le sue ciglia. Scommetto che quella quindicenne non riuscirebbe a bere quanto me. ne sono certo. neanche se facesse del suo meglio.
A proposito di cani
13 anni fa
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