lunedì 25 ottobre 2010

Volontariamente mi spezzo gli occhi sulle foto dei suoi sorrisi.
Le guardo a lungo, finché ogni singolo dente mi penetra gli occhi e si prende lo spazio che gli appartiene.
Le guardo a lungo quanto basta per dimenticare che sono fotografie di un sorriso lontano, di un attimo che non mi appartiene.
Lascio che il tempo passi e resto immobile, sto provando con tutto me stesso a far parte di quell'attimo.
Non ci riesco. E' impossibile.
Non posso diventare una fotografia.
Ma provarci mi fa stare meglio, mi illude piano piano.

Qualcuno apre la porta ed entra in camera mia.
Nascondo tutto e provo a fare finta di niente. Ho ancora le sopracciglia inclinate dallo sforzo di trattenere le lacrime. Probabilmente (sicuramente) sono stato scoperto, ma non è niente.
Quel che è peggio è che ora i miei occhi sono vuoti. Completamente vuoti. E le mie sopracciglia sono al loro posto.
Il disordine in camera mia, i muri bianchi, le facce delle persone, ne caldo ne freddo. Assolutamente nulla.

Aspetto che vada via e che chiuda la porta, voglio tornare immobile.

Le palpebre umide spazzano via tutto.
ed io resto vuoto mentre senza pensarci tiro fuori le fotografie e mi rimetto all'opera.

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