sabato 24 aprile 2010

Non c'è molto da dire, o da scrivere.

Hank diceva che c'è sempre qualcosa di cui scrivere. Secondo me no. Per un cazzo.

Ci sono giorni, momenti, di cui non vuoi scrivere e di cui, sopratutto, non vuoi leggere.

Non vuoi ritrovarti a leggere di quella volta in cui hai quasi stuprato una ragazza, o di quella volta in cui hai sputato in faccia al tuo amico.

Non vuoi ritrovarti a leggere di quando eri un figlio di puttana. Di quando, magari, eri te stesso.

Non vuoi leggere nient'altro che non sia tutt'altro che te stesso.

Vuoi ritrovarti a bere, a scopare, a sputare, a fare tutte quelle cose di cui non vorresti mai leggere. Solo farle e non leggerle.

Cose fatte mai scritte, cose vecchie mai più viste.

Persone sconosciute. Te stesso compreso.

Darsi la mano all'entrata per lo sconosciuto e non vedersi mai più. Quello che vuoi leggere è la vita degli altri, la vita tua vissuta dagli altri. Quello che non vuoi leggere è la tua vita.

Saluti da gentiluomo, movenze da mostro. Ricercato. Temuto. Brutta persona.

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